Parchi di scultura
Nato nel 1998, il Parco di Scultura delle Vallette di Ostellato è un progetto finanziato dal Comune di Ostellato, da Delta 2000, dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Comunità Europea (Iniziativa Leader II).
L'oasi valliva di Ostellato è una zona umida di grande fascino, in una situazione ambientale e faunistica - quella dei delta dei Po - assolutamente straordinaria. In tale cornice naturale, dal 1998 sono stati organizzati tre Simposi/Ateliers estivi di scultura all'aperto con scultori italiani di diversa generazione e provenienza geografica.
Ogni artista ha progettato un'opera realizzata nel parco e per il parco sul tema dei cielo, delle stelle e dell'acquaticità del territorio. Denominato "CielOstellato", e curato da Alfonso Panzetta, il Parco è composto, al momento, da n. 21 opere di proprietà comunale più n. 5 opere in deposito.
Le sculture collocate lungo i percorsi naturali, oltre a sottolineare la bellezza dei luoghi e ad istituire un silenzioso ma eloquente colloquio tra arte e natura, propongono una campionatura dei differenti materiali della scultura Contemporanea: da quelli tradizionali come il marmo, la pietra, il bronzo e la terracotta; a quelli più moderni come il cemento, il ferro, il rame e la resina.
Nel contempo, il nucleo di sculture propone un'indagine sulla scultura italiana "figurazionista" di questi ultimi anni, documentando come la ricerca di una iconicità si svolga sui diversi percorsi della poesia, della narrazione, dell'evocazione e del concetto.
Le opere sono comprese nei 2,5 - 3 metri di altezza.
Di seguito, gli artisti coinvolti nei tre anni con le relative opere:
I recentissimi lavori di restauro e ripristino dei percorsi esistenti all’interno del Parco della Rotonda di Viù, già parco dell’ottocentesca Villa Franchetti, condotti dalla Amministrazione Comunale, hanno permesso di restituire alla cittadinanza un luogo fortemente suggestivo e fascinoso.
Con una ricca e folta vegetazione prealpina e un’atmosfera fresca e umida - resa sonoramente godibile dal piccolo ruscello che lo attraversa - il Parco di Viù ha recuperato filologicamente quell’atmosfera romantica, tipica di un signorile parco privato del XIX secolo.
Il risultato finale di tale recupero, di per se corretto ed originale, risulta però lacunoso per il fatto che le sculture in origine presenti in loco sono andate perdute negli anni. Nei parchi ottocenteschi, la presenza di elementi statuari era fondamentale poiché accentuava ed esaltava il clima intimo e meditativo tipico della cultura dell’epoca.
L’avviamento nel 2005, quindi, da parte della Amministrazione Comunale, di un intervento mirante a dotare nuovamente il Parco di Viù di quella valenza artistica posseduta in origine, ha valorizzato il luogo e ha contribuito al godimento del parco in modo più naturale e consapevole. L’inserimento di sculture contemporanee, appositamente create per il parco, discretamente disseminate lungo il percorso esistente e in grado di porre l'accento sulla bellezza del luogo ha qualificato culturalmente il parco, costituendo il primo nucleo di una significativa “Collezione Comunale di Scultura Contemporanea” che arricchisce permanentemente il patrimonio cittadino inserendo Viù nel più ampio circuito dei parchi di scultura esistente sul territorio nazionale. Seguendo un progetto omogeneo, il parco di Viù è diventato un unicum nel suo genere, collocandosi a metà strada tra il parco pubblico e l’intervento ambientale, creando un suggestivo percorso della memoria, del sentimento e degli affetti dal linguaggio poetico assolutamente contemporaneo. La cura del progetto e la selezione degli artisti è stata affidata ad Alfonso Panzetta, già ideatore e curatore del Parco di Scultura di Ostellato (Ferrara), considerato dall’Istituto dei Beni Culturali dell’Emilia Romagna tra i più suggestivi interventi ambientali esistenti. Panzetta ha individuato e selezionato sette scultori italiani di qualità.
Per evitare poi ciò che accade in quasi tutte le diverse realtà nazionali, in pratica che i singoli artisti operino totalmente svincolati da un programma di base, il curatore ha individuato un filo conduttore sia tematico che dimensionale/visivo, in grado di collegare tra loro i diversi artisti e le differenti temperature poetiche ed espressive. Sette steli di marmo bianco, uguali per dimensione, ma diverse nel tema affrontato e nel linguaggio formale, punteggiano il percorso del parco collocandosi negli angoli e nei punti più suggestivi, ripristinando così quel filo conduttore romantico che il luogo certamente aveva in origine, ma che era andato perduto.
La scelta della stele, tradizionale elemento di “arredo” poetico, ha permesso anche di semplificare ed uniformare i lavori necessari per la collocazione definitiva delle singole opere nei luoghi di destinazione finale.
Il filo conduttore tematico, invece, attinge all’enorme serbatoio della memoria, del sentimento e degli affetti, in un percorso che ha come soggetto ultimo e profondo l’uomo e le sue tensioni.
I sette scultori selezionati da Panzetta affrontano soggetti affascinanti: