Edito in occasione della mostra antologica tenutasi tra il marzo e il maggio 1996 all’Auditorium Comunale di Montevarchi, in cui furono allestite 70 sculture dell’artista, tra bronzi, marmi, terrecotte e gessi. Come scrive Claudia Gian Ferrari nell’introduzione “..questo libro è il primo attento e approfondito studio sull’opera di Timo Bortolotti…a oltre quarant’anni dalla sua scomparsa…Gli anni sessanta e settanta sono stati, nel loro oblio per la sua opera e per quella di molti altri suoi compagni di avventura artistica e umana (basti pensare a Sironi e Martini), la diretta conseguenza della rimozione di memoria che il decennio precedente aveva operato..”. E ancora “..questo volume rappresenta da una parte il punto di arrivo di una approfondita ricerca, dall’altra il punto di partenza per quel riesame storico che certamente l’iter artistico di Bortolotti merita.”. Artista intimista, fortemente poetico, all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937 Bortolotti ottiene il Gran Prix per la scultura, a pari merito con Arturo Martini e Marino Marini, e il personale apprezzamento di Aristide Maillol.
| Autore | A. Panzetta |
| Luogo di pubbl. | Firenze |
| Anno di pubbl. | 1996 |
| Pagine | 192 |
| Lingua | Italiano |
- 213, Riproduzioni in nero
Timo Bortolotti scultore. 1884 – 1954
Firenze (1996)
Introduzione di Claudia Gian Ferrari, catalogo della mostra di Montevarchi