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A. Panzetta, Scultura e scultori liberty in Italia da nord a sud, in: Il Liberty in Italia. Artisti alla ricerca del moderno, a cura di F. Parisi e A. Villari, catalogo della mostra di Reggio Emilia, Silvana Editoriale, Milano 2016

Dati bibliografici

Editore Silvana Editoriale
Luogo di pubbl. Milano
Anno di pubbl. 2016

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Lingua Italiano
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Mostre scultura

Scultura e scultori liberty in Italia da nord a sud

Silvana Editoriale, Milano (2016)

in: Il Liberty in Italia. Artisti alla ricerca del moderno, a cura di F. Parisi e A. Villari, catalogo della mostra di Reggio Emilia

Le più recenti esposizioni sul periodo hanno perlopiù posto l’accento sull’aspetto floreale e decorativo della pittura e delle arti applicate del Liberty italiano, sfiorando solo marginalmente il capitolo della produzione plastica coeva, se non per la consueta e scontata trattazione di pochissimi autori, certamente importanti, ma in tal modo ingenerando l’errata percezione che la scultura sia arte a parte, separata dalla pittura e poco praticata. Se si scorrono i cataloghi delle esposizioni del periodo – Biennali, Promotrici, Annuali, Nazionali e Internazionali – allestite su tutto il territorio nazionale ci si accorgerà invece che il numero di scultori attivi e di qualità è altissimo, pari almeno a quello dei pittori; semplicemente questi non hanno avuto la fortuna critica riservata alla pittura, da oltre mezzo secolo in qua. I depositi delle Gallerie d’Arte Moderna in Italia sono pieni di scultura di qualità, di autori che spesso nel loro contemporaneo erano più noti e più pagati dei colleghi pittori sia in Italia che all’estero.
Tracciare una mappa della scultura Liberty in Italia, orientativamente nel periodo compreso tra il 1895 e il 1920, equivale ad evidenziare le medesime multiformi ricerche presenti nella pittura, anzi, equivale spesso a sottolinearne la maggiore aderenza ai principi fondanti dell’Art Nouveau e la sua capacità di adattarli alla sensibilità della nostra committenza. Troppo poco è stato sottolineato che la vera essenza della scultura italiana – di ogni periodo – è oggi agevolmente visibile e registrabile nei numerosi Cimiteri storici e monumentali, urbani e suburbani, ormai considerati come vere e proprie collezioni museali e dove anche la sintassi del Liberty è squadernata in tutte le sue declinazioni, sia per quanto riguarda la scultura, sia per l’architettura. La scultura funeraria è uno dei principali ambiti di lavoro dello scultore dove, tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, le numerose committenze private borghesi hanno ingaggiato vere e proprie gare nell’affermazione del proprio status sociale, anche attraverso opere informate delle nuove ricerche artistiche contemporanee. Dal Piemonte alla Sicilia, attraverso l’analisi della scultura e dell’architettura funeraria italiana, emerge una ricchezza di manufatti e una varietà di ricerca assolutamente unica in Europa, non occultabile nei depositi museali e sotto gli occhi di tutti, in tal modo la scultura – pubblica per sua naturale vocazione e destinazione – molto più che la pittura, restituisce l’idea di quanto visibile a tutti i livelli sociali fosse il nuovo stile in Italia.
Trattare della scultura Liberty in Italia significa prendere in esame la produzione di generazioni di scultori nati tra l’inizio degli anni cinquanta e la fine degli ottanta dell’Ottocento; molte di queste personalità iniziano la loro attività in pieno Verismo e spesso, dopo una significativa “stagione” creativa nell’ambito Liberty, concludono la loro carriera adeguandosi alle ricerche pienamente novecentesche del Ventennio.
Per rendere l’idea della quantità di scultori coinvolti nella “ricerca della modernità” tra Otto e Novecento, è stata fatta una selezione – la più ampia possibile sull’intero territorio nazionale – delle opere “da stanza”, spesso esposte alle grandi esposizioni pubbliche del periodo, talvolta accompagnate da disegni preparatori di grande bellezza che documentano il processo creativo dello scultore.
Ricongiungere pittura e scultura, nel loro colloquio/confronto originario, equivale a comprendere meglio il periodo, facendone emergere la singolarità, la ricchezza e l’originalità.

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